Firenze, 26 ottobre 2015

Omeopatia e acqua fresca: solo approssimazione e superficialità

Comunicato Stampa

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   Ci sorprende la visibilità mediatica riservata ad un libretto di sole 150 pagine scritto a ben sei mani, tutte provenienti dallo stesso Istituto privato di ricerca: il Mario Negri di Milano.
   Un commento su tutti per dimostrare la voluta approssimazione di tale pubblicazione. Nel primo capitolo il dr Bertelè definisce i medicinali omeopatici “acqua fresca” concetto condiviso da Silvio Garattini e dagli altri coautori e riportato da tutti i giornali.
   Ebbene, dovrebbero sapere i farmacologi del Mario Negri che il 70% dei medicinali omeopatici in commercio a livello mondiale è a concentrazioni molecolari. Dovrebbero anche sapere che in una diluizione 5CH di un medicinale omeopatico si agitano miliardi di molecole di principio attivo. Dovrebbero aver letto, proprio loro, di un nuovo filone di ricerca scientifica della farmacologia convenzionale, la cosiddetta “farmacologia delle microdosi”. Dovrebbero conoscere l’ormesi, fenomeno la cui dimostrazione è ventennale ed è riportata su tutti i più moderni libri di farmacologia, secondo il quale l’efficacia di un farmaco dipende qualitativamente e quantitativamente dalla sua concentrazione: quasi sempre si osserva che una sostanza che presenta effetti inibitori ad alte concentrazioni presenta altresì effetti stimolatori a basse concentrazioni, un effetto cioè del tutto opposto. Dovrebbero, i farmacologi del Mario Negri, essere a conoscenza che utilizzando le loro stesse tecniche di ricerca scientifica (DNA microarray, PCR, etc.) è stata dimostrata in maniera incontrovertibile una azione significativa e rilevante sui geni delle cellule prodotta da sostanze in microdosi. Questi stessi effetti sono stati osservati anche utilizzando alcune molecole registrate come medicinali omeopatici. Si tratta di effetti biologici di sostanze in dosi che sono ordini di grandezza più bassi di quella che loro sono soliti utilizzare nella farmacologia convenzionale, che si fonda su un modello peraltro sviluppato oltre un secolo fa e mai più aggiornato. L’aver voluto ignorare tali ricerche, che ultimamente sono state estese con conferme positive finanche ai medicinali omeopatici cosiddetti ultralow, cioè privi di molecole, è particolarmente grave e, a nostro giudizio, può qualificare da solo tale pubblicazione.

Fonte: Direttivo SIOMI