Questa volta è il turno de "Il Fatto Quotidiano"

Informazione, media e crociate anti-omeopatiche

L'ennesima polemica condotta senza la minima conoscenza del problema

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Cresce il fuoco anti-omeopatia nelle pagine dei blog. Fioccano le prese di posizione contro, sollecitate da qualche articolo del giornalista di turno e fomentate da un popolo di frequentatori dei blog compatti e determinati a scrivere contro questa medicina. Purtroppo, quel che manca è la minima parvenza di documentazione: si scrive così, tanto per dire qualcosa, e se c’è da attaccare l’omeopatia tanto meglio: si scrive, allora, con parole grasse, quasi una psicoterapia del blog. Chi è arrabbiato si sfoga e l’omeopatia è un’ottima vittima sacrificale!

Ultimamente leggiamo due articoli sulla pagina online de “Il Fatto Quotidiano” che sconcertano non tanto per i contenuti contrari all’omeopatia, ma per i toni e i modi con i quali tali contenuti  vengono esposti dai giornalisti. Che dire, infatti, di Bellelli che definisce l’omeopatia “cialtroneria ideologica” oppure del Di Grazia che parla di “stregonerie” e reitera l’errore che fu di Garattini (“Nei medicinali omeopatici non c’è mai nulla”), ignorando i milioni di molecole  di principio attivo contenuti nei medicinali omeopatici molecolari. Giornalisti che fanno impressione per la mancanza di conoscenze della materia. Quotidiani che fanno impressione per la scelta di mascherare una crociata con la parvenza di una “informazione”.
La SIOMI, evidenziando l’assoluta mancanza di contraddittorio nella gestione di quel giornale, a differenza di altri grandi quotidiani che hanno speso ospitato la voce dei favorevoli e dei contrari (informazione, appunto), ha inviato una lettera privata al Direttore de Il Fatto Quotidiano. Come era prevedibile la lettera è stata ignorata, pertanto la Società ha optato per una lettera aperta.

Certamente non si contesta l’opinione contraria, ma la manipolazione che si vuole fare dell’informazione quando essa prescinda dalla documentazione e dal diritto di replica.

La risposta dei pazienti

Fonte: Simonetta Bernardini