Reno e Danubio nascono vicinissimi ma sboccano in mari distanti. Per l’omeopatia e le psicoterapie il rapporto è quasi inverso. Ambedue mirano, se non alla guarigione, almeno alla rettifica di posizioni soggettive sintomatiche e dolorose. Tuttavia il loro rapporto è sovente ambiguo. A noi pare che per l’omeopata l’interesse per la psiche del paziente sia a volte un fenomeno intermittente che appare e scompare, altre volte che sia come una pianta che nasce e cresce senza avere radici ed altre ancora come una pianta che ha radici ma tarda a crescere.Parallelamente assistiamo ad una crescita di interesse verso l’omeopatia di società di psicoterapia che tendono in questo modo affiancare alle proprie competenze una conoscenza ed una pratica terapeutica “di seconda mano”. Queste considerazioni hanno spinto il Consiglio Direttivo della Società ad incaricare Luigi Turinese ed il sottoscritto di costituire un gruppo di lavoro tra i soci interessati a questo versante, con lo scopo di costruire un ponte di conoscenze verso società di psicoterapia che si muovono in territori simili al nostro, ed insieme con l’intenzione di favorire o perfezionare la crescita personale di chi tra i soci sia interessato ad uno stile di ascolto rispettoso ed analitico.Al tempo stesso, vogliamo favorire una riflessione sui rischi di un apparentamento semplicistico tra Omeopatia e indagine psicologica: su come cioè l’omeopata possa tendere a scivolare, se non ha una preparazione specifica che lo aiuti a separare le competenze, verso una psicoterapia “selvaggia”.