L'omeopatia italiana piange la scomparsa di un suo maestro

Il saluto della SIOMI a Roberto Santini

Ci ha lasciato il Direttore dell'ISMO

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Se ne è andato in punta di piedi, in una domenica di marzo.

E’ uscito di scena distrutto da un male cinico e devastante che se lo è divorato in pochi giorni tra il dolore e l’incredulità di familiari, pazienti e colleghi. Solo pochi giorni prima era dietro alla sua scrivania per diffondere umanità e competenza a piene mani. Direttore dell’ISMO (Istituto di Studi di Medicina Omeopatica) di Roma fin dalla scomparsa del fratello Antonio, aveva accettato il ruolo con l’umiltà tipica dei grandi maestri, abbracciando il modello omeopatico costituzionale senza sapere di essere un antesignano di quella Medicina Integrata rivalutata e codificata solo diversi anni dopo.

Assorbe cultura medica in diversi atenei della penisola: dopo la laurea a Napoli, si sposta prima a Careggi in quel di Firenze e poi a Roma, dove applica gli studi di endocrinologia alla medicina spaziale, che trasformerà in specializzazione. Con questa dote l’Aeronautica Militare lo accoglie e lo mette a valutare i piloti dei jet militari, incrementando inconsapevolmente la sua fame di conoscenza delle costituzioni umane e delle possibilità di ottimizzarne i lati positivi. L’incontro con l’omeopatia, avvenuto ad opera del fratello e di Antonio Negro, ha fatto il resto.

Era sostenitore di una medicina figlia del suo tempo: mai un accertamento senza una diagnosi, mai un gesto terapeutico che mettesse a rischio la salute dei suoi pazienti.

Gli allievi della scuola ISMO porteranno sempre con loro i suoi equilibrati insegnamenti colmi di sano pragmatismo: aiutare il terreno costituzionale con il drenaggio, un uso equilibrato del farmaco convenzionale, il rimedio omeopatico come stimolo ottimale dei processi di autoguarigione del paziente. Il tutto condito da un’immensa umanità, in grado di accendere una calda fiamma di rassicurazione in ogni paziente.

Quella stessa fiamma che si è spenta, in punta di piedi, in una triste e piovosa domenica di marzo.

Fonte: Gino Santini

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