Per una definizione del modello sanitario integrato e delle sue potenzialità terapeutiche nell’ambito del servizio sanitario pubblico e nel trattamento delle patologie croniche

Manifesto per la Medicina Integrata – CS

Conferenza Stampa - Firenze, 29 novembre 2011

cover/logo_SIOMI.gif

La parola chiave è ‘integrazione’. Ovvero la fusione dei saperi e degli approcci diversi in medicina nella cura delle patologie, ed il coordinamento delle politiche più adatte atte ad affrontare tutti quei fattori che determinano la condizione di salute o di malattia, il disagio psichico e il disagio relazionale dei cittadini. Questo il tema principale emerso dalla Conferenza stampa avvenuta (dall'incontro avvenuto martedì 29 novembre presso il Consiglio regionale della Toscana (per la proposta del Manifesto per la Medicina Integrata,) accolta con successo, che ha visto riuniti nella discussione esponenti del mondo politico regionale della Toscana e Simonetta Bernardini, Presidente della SIOMI e Responsabile del centro Ospedaliero di medicina integrata di Pitigliano. Il Manifesto verrà presentato ufficialmente a Firenze sabato 3 dicembre dalla Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata (SIOMI), sotto il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Firenze, presso Palazzo Vecchio, Salone De’ Dugento.“Il Manifesto per la medicina integrata, che sarà presentato fra qualche giorno, rafforzerà la proposta di collaborazione fra la medicina convenzionale, ufficiale ed accademica, e le cosiddette discipline complementari, fra cui l'omeopatia, l'agopuntura, la fitoterapia, l'antroposofia e via dicendo, nella convinzione che questa integrazione possa favorire la crescita dell'arte del curare”. Ad affermarlo è stato Mauro Romanelli, componente dell'Ufficio di presidenza del Consiglio toscano, intervenuto alla conferenza di presentazione della proposta del Manifesto per la Medicina Integrata. “L’idea di un approccio globale alla cura della persona, al suo benessere, al mantenimento ed al ripristino della sua salute – ha evidenziato – è lo spirito che anima l'idea di un Piano integrato socio-sanitario cui tende la Regione Toscana in termini di politiche sanitarie”. Romanelli ha ricordato come la Toscana sia una delle poche Regioni italiane ad aver predisposto un piano sanitario integrato, ed una legge specifica sull’utilizzo delle medicine complementari. “Da quì nasce l'esperienza di Pitigliano – ha concluso – (togliere fiore all'occhiello) che ha proiettato la Toscana all'avanguardia nel mondo, primo ospedale di medicina integrata dotato di equipe miste, dove davvero i saperi si incontrano, collaborano e si accrescono reciprocamente a beneficio di tutti”.

A rappresentare l'Assemblea regionale, in sede di discussione, Rosanna Pugnalini, membro della Commissione Sanità della Regione Toscana, che ha affermato la necessità di accompagnare il percorso dell'integrazione reciproca fra le varie medicine e la volontà di raccogliere il testimone del lavoro svolto negli anni dal Consiglio toscano, ricordando le tante esperienze e le realtà pilota che negli anni hanno consolidato le medicine (alternative)complementari nelle diverse aziende sanitarie toscane. “Ho avuto modo di lavorare nella passata legislatura con Fabio Roggiolani – ha sottolineato Pugnalini – e di vedere come la politica sanitaria della Regione Toscana evolveva verso la considerazione delle cure integrate. Ora che stiamo definendo il nuovo Piano sanitario è importante sostenere le scelte di integrazione delle cure anche nel nuovo Piano socio-sanitario”.
Diretto testimone dell'impegno del Consiglio regionale a favore delle medicine complementari e della loro integrazione con la medicina ufficiale si è detto Fabio Roggiolani, già presidente della Commissione Sanità nella scorsa legislatura ed oggi Presidente onorario della Consulta Nazionale per la Medicina Integrata (CONMI), che ha auspicato in sede di conferenza la necessità di superare la divisione che rende difficile, se non impossibile, la comunicazione fra le diverse discipline mediche. “La Toscana si è distinta in Italia per la sua politica innovativa – ha dichiarato – che ha voluto accogliere i diversi saperi della medicina in un progetto di medicina integrata. La Consulta nazionale per la medicina integrata è stata fondata in Consiglio regionale toscano con lo scopo di riunire tutti i rappresentanti del comparto salute, medicina accademica, medicine complementari e discipline bionaturali in un tavolo unico di lavoro”. “La guerra tra medicine infatti – ha continuato Roggiolani – non solo è inutile ma essa è anche dannosa per i cittadini. Per questo, accogliamo e sosteniamo con forza l’iniziativa della SIOMI di sabato prossimo, e ci impegniamo fin d’ora a fornire come CONMI l’aiuto per la diffusione del Manifesto allo scopo di sensibilizzare sempre più le istituzioni sanitarie verso questa possibilità di rinnovamento della medicina. L’ospedale di medicina integrata – ha concluso – è il fiore all’occhiello del governo sanitario toscano che ha fatto una scelta lungimirante nell’interesse della salute dei cittadini e del risparmio della spesa sanitaria. Noi non vogliamo certo privare i cittadini delle risorse di cura della medicina accademica e non vogliamo nemmeno caricare ulteriormente la spesa sanitaria, ma le ricerche hanno dimostrato ovunque che l’integrazione delle cure rende i cittadini più sani e questo, oltre a migliorare la qualità della vita, riduce ovviamente la spesa per le cure”.
Alla conferenza stampa ha partecipato anche Cristina Giachi, Assessore all'Università e alla Ricerca del Comune di Firenze, che ha sottolineato l'impegno dell'Amministrazione fiorentina a favore dell'integrazione delle varie discipline mediche, dichiarando: “Da universitaria e Assessore all’Università e da cittadina che utilizza abitualmente la medicina integrata ritengo che le istituzioni debbano sostenere sempre di più la ricerca in questo nuovo soggetto della medicina. Ci faremo promotori di iniziative tese a diffondere nei luoghi opportuni questa cultura nascente”. La Giachi ha inoltre evidenziato l’importanza della ricerca, sostenendo che “Anche le cosiddette medicine complementari possono dimostrare di ottenere importanti risultati a livello diagnostico e terapeutico”.
Significativo infine il contributo di Simonetta Bernardini, che ha specificato come il Manifesto di Firenze, il primo di questo genere (in Italia), rappresenta una proposta che vorrà dare contenuti per la sintesi di una medicina basata sulle alleanze terapeutiche, anticipando come il Manifesto sia improntato sulla libertà di cura. “Il Manifesto promuove l’alleanza tra tutte le risorse di cura patrimonio dell’uomo – ha dichiarato Bernardini – (e) provenienti dall’oriente e occidente del mondo, dalla storia più recente e più antica della medicina. Riteniamo possibile riunire medicine e discipline in una nuova Casa comune della medicina: la medicina integrata”. “Certamente – ha rilevato – quando si acquista cittadinanza si condividono diritti ma anche doveri, e i doveri delle medicine e delle discipline che accetteranno di far parte della Casa comune riguardano la necessità di misurare la validità delle cure integrate in termini di miglioramento della qualità della vita e della salute dei cittadini. Solo così saremo in grado di offrire ai cittadini le garanzie necessarie alla tutela della loro salute”. “La medicina deve recuperare il concetto di auto-guarigione – ha rimarcato il Presidente della SIOMI – ogni persona ammalata infatti ha in se un potenziale di auto-guarigione che va insegnato e adeguatamente supportato, e questo non solo è altrettanto importante rispetto alla possibilità di poter disporre di farmaci o di altri strumenti in grado di contrastare le malattie ma non è affatto incompatibile con le terapie cosiddette ortodosse. Il Manifesto, dunque, vuole essere una proposta per tutte le istituzioni a ripensare alle opportunità di sviluppo della medicina che può nascere dal porre fine alla guerra tra medicine”. “In questo senso – ha concluso – è importante che abbiano accettato di partecipare all’evento di sabato 3 dicembre le massime istituzioni della sanità italiana, tra queste la Federazione nazionale degli ordini dei medici, degli ordini dei farmacisti, la Federazioni dei medici di medicina generale e dei pediatri di famiglia, la Federazione nazionale della società medico scientifico, insieme ad esponenti del mondo accademico e delle medicine complementari e delle discipline del benessere e della salute”.

Fonte: Paola Colapinto