Omeopatia e psicoterapia sul banco degli imputati

Da “Repubblica Blog” del 5 aprile 2016

Quando accadono casi come quelli di Torino, dove alcune persone sono morte perché avrebbero seguito le teorie di un ex medico, Ryke Geerd Hamer, c’è sempre un’altra vittima: l’informazione. Perché si mescolano notizie vere a supposizioni, trasformando una ipotesi in realtà. La confusione si intreccia alla superficialità, al pressappochismo, all’ignoranza.

In questa vicenda torinese il fatto di cronaca più eclatante riguarda una dottoressa omeopata – Germana Durando – accusata di omicidio colposo per aver curato il cancro alla pelle di una sua paziente – poi morta – con sedute psicologiche e rimedi omeopatici. Dai verbali risulta che la dottoressa aveva scritto alla malata “liberati dai sensi di colpa e guarirai dal cancro”. A parte il fatto che la persona incriminata non è una psicoterapeuta, ce n’è già abbastanza per emettere preventivamente sentenze di condanna contro l’omeopatia e contro la psicoterapia. Che invece meriterebbero di essere trattate dall’informazione senza approssimazione.

Ammettiamo pure che la dottoressa sotto indagine si sia comportata come dicono gli inquirenti: sarebbe una grave colpa. Anche perché avrebbe abusato di una professione per la quale non è abilitata. Ma tutto questo che c’entra con singole terapie che hanno una loro dignità? Se un malato muore in sala operatoria per disattenzione, per errore, non metto sotto accusa la medicina tradizionale. Con l’omeopatia invece il singolo caso diventa emblematico, portando a conclusioni sbagliate.
Analizzo per punti.

1) In alcuni servizi TV sull’indagine torinese ho sentito ancora una volta riferirsi alla omeopatia come “medicina alternativa”. Da venti anni si cerca di usare un altro concetto – medicina complementare – ma qualcuno, per ignoranza o per malafede, non usa questa definizione. L’omeopatia è una MNC, medicina non convenzionale, e una MC, medicina complementare, che viene praticata da professionisti laureati in medicina che poi hanno seguito dei corsi ad hoc. In media questi medici hanno studiato dieci anni, e nella stragrande maggioranza integrano le cure tradizionali alle MNC.

2) L’omeopatia non è “alternativa” soprattutto nella lotta al cancro: non si sostituisce alla chemio e alla radioterapia: le affianca, le supporta, per alleviare e anche eliminare i fastidi provocati da queste terapie tradizionali. Non ci sono studi che possano sostenere che questa pratica medica curi il tumore; ma ci sono moltissime esperienze sul campo che la indicano come un valido complemento per alleviare gli effetti collaterali delle terapie classiche. In Francia nella lotta al cancro sono ormai di prassi le équipe – riconosciute dal Servizio sanitario oltralpe – composte da varie figure professionali, tra cui gli esperti in MNC. È la pratica della cosiddetta medicina integrata, che in Italia si attua all’ospedale di Pitigliano, in Toscana, da alcuni anni.

3) La psicoterapia non è una invenzione dell’ex medico, ora ricercato, Hamer, bensì una pratica che affronta i problemi, i disturbi della psiche, grazie all’intervento di un professionista adeguatamente formato. E se ci sono malattie le tratta attenendosi alla sua specificità, non sostituendosi alle cure farmaceutiche. Semmai le affianca. Come sta avvenendo da tempo in alcune Asl del Lazio e dell’Umbria dove medici e psicologi lavorano affiancati. Questo non significa che non ci siano malattie psicosomatiche, ovvero disturbi di vario tipo collegati a problemi di ordine psicologico. C’è ovviamente chi sostiene che curando la mente si curi automaticamente il corpo, e chi invece ritiene che quando uno ha una malattia c’è una sola strada: il farmaco. Ma noi siamo esseri psico-fisici e se ho l’asma (spesso di origine psicosomatica), devo capire cosa l’ha scatenata, usando al tempo stesso il bronco dilatatore quando c’è difficoltà per respirare.

Insomma la realtà della medicina è molto più complessa di quanto le cronache, affrettate, raccontano. E queste vicende di ordine giudiziario vengono usate e strumentalizzate per gettare discredito non solo su scuole mediche storiche e accreditate, ma su migliaia e migliaia di seri professionisti che spendono parecchi anni della loro vita per studiare come curare al meglio le persone.

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