Una risposta a Corbellini

La risposta completa e circostanziata ad un articolo comparso sul sole 24 Ore del 21 agosto 2017, “Falsità omeopatiche”.

Alcuni fatti e qualche riflessione

Una larga parte del “mondo civile” ha stabilito che tutti i medicinali devono possedere tre caratteristiche (sicurezza, qualità, efficacia) per poter ricevere, da parte delle autorità di ogni singolo Stato, la necessaria Autorizzazione all’ Immissione in Commercio (AIC).
I medicinali omeopatici hanno ricevuto una AIC in moltissimi paesi del “mondo civile”; sono in Farmacopea Europea e nelle principali farmacopee mondiali.
In Italia sono stati registrati ope legis più di vent’anni fa e sono in attesa di ricevere una AIC. Le aziende hanno presentato la relativa documentazione prima del 30 giugno 2017.
Gli omeopatici presenti nel nostro Paese possiedono le necessarie caratteristiche di qualità e sicurezza. La valutazione dell’efficacia terapeutica è affidata al prescrittore, che se ne assume la responsabilità. Per tale ragione portano in etichetta la dicitura “senza indicazioni terapeutiche approvate”.
In molti paesi del “mondo civile” esistono medicinali omeopatici con indicazioni terapeutiche, approvate da molti anni dalle competenti autorità.
Alcuni medicinali omeopatici sono potenzialmente tossici, in genere a causa del loro contenuto in principi attivi. Vanno usati con competenza.
E’ vero che in alcuni paesi del “mondo civile” esiste una ristretta minoranza di persone che parlano di rivedere lo status dei medicinali omeopatici, come di altri medicinali. Succede.
I ventimila medici italiani che prescrivono preparati omeopatici fanno parte degli oltre 500.000 laureati in medicina di ogni parte del mondo che li usano correntemente, in privato come in centri ospedalieri di ogni tipo. Nei dispensari di Madre Teresa di Calcutta, ad esempio, fanno parte dell’armamentario terapeutico quotidiano. I loro utenti non sembrano appartenere alla classe dei ricchi né dei bisognosi di effetto placebo.
I medici rispondono delle loro scelte, confortati da una vastissima esperienza clinica e da alcuni studi accettati dalla comunità scientifica. I pazienti si dichiarano soddisfatti dei risultati visti.
Il meccanismo d’azione dei medicinali omeopatici non è noto. Esistono varie ipotesi, comprese quelle evocate dall’Autore dell’articolo. Nessuna risulta convalidata scientificamente.
La storia dell’omeopatia è più articolata rispetto al pur pregevole riassunto dell’Autore.
Come può essere spiegato il successo crescente di una terapia che dura da qualche centinaio di anni? Oggi si rilevano l’inutilità di elementi come l’EBM e del p, nonché la fallacia delle meta-analisi. La medicina non tiene conto del fattore di Bayes. Sarà per queste ragioni che i medicinali (anche quelli omeopatici) si usano ancora? O magari perché funzionano?
“I medici non hanno capito o fanno confusione sulla natura del metodo scientifico”. Essi sono probabilmente portatori di un peccato originale che libera e scatena un certo numero di omeopati.
Si capisce che il professor Corbellini non è omeopata.
Fortunatamente.

Gino Manuppelli
Farmacista esperto in omeopatia

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