Manifesto per la Medicina Integrata, il giorno dopo

Omeopatia33 dell'8 dicembre 2011

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Ripensare la medicina, dunque, si può? E’ possibile risolvere le conflittualità con un patto di alleanza? Allargare la Casa della medicina per far posto a tutte le medicine e le discipline che si occupano di mantenere la salute, o di recuperarla? Costruire, tutti insieme, mettendo da parte conflittualità e protagonismi, una nuova casa, la Casa della Medicina Integrata?Non è un film di fantamedicina, a giudicare dai commenti dei partecipanti e dai propositi dichiarati a Firenze in occasione della presentazione del Manifesto per la Medicina Integrata, avvenuta nel Salone de’ Dugento di Palazzo Vecchio il 3 dicembre scorso, complice una gran bella giornata di sole. In quanti modi si possono declinare le parole: salute, malattia, guarigione, assistenza sanitaria?E siamo proprio sicuri che l’ortodossia medica sia ancora un fortino inespugnabile? Che il paziente, battezzato nel nome della medicina convenzionale, non possa che essere considerato “eretico” ogni qual volta di rivolga ad altre risorse di guarigione nel tentativo di curare meglio se stesso? E chi ha messo il paziente “contro” se stesso? Chi ha estraniato la sua parte in cura convenzionale da quella in cura “alternativa”? Chi le ha rese duplici e inconciliabili? E’ rimediabile quella sorta di schizofrenia che ha ammalato la Medicina e la Cura? A nostro modo di vedere le colpe stanno da tutte e due le parti. Dalla parte dell’area più rigorosa, fideista, della medicina convenzionale arroccata dietro il Manuale accademico. Dalla parte più rigorosa, fideista delle medicine “non convenzionali” arroccate, altrettanto, dietro i loro manuali di sapere tradizionale, tradizione da difendere, piuttosto che condividere, nell’ambito della propria comunità. Davanti agli uni e agli altri lo spauracchio della diminuzione del potere, quello dominante della medicina ortodossa e quello “tradizionale” per il cultori del “non convenzionale”...

Vogliamo domandarci come mai le esperienze di Integrative Health Care in essere nella più parte dei grandi ospedali americani o in Europa hanno, sino ad oggi, integrato soprattutto discipline di area del benesere (Taich, Qigong, shitasu, reiki) piuttosto che medicine (omeopatia, medicina tradizionale cinese, etc)? A nostro modo di vedere la risposta è fin troppo facile. Ed essa sta nella parola stessa adottata dai più: medicina integrativa. Che vuol dire medicina (dove il soggetto è la medicina ortodossa) “che integra”  a suo piacimento qualche strumento, a sua scelta, del comparto CAM. Già, le CAM. Non è un caso che le CAM riuniscano tutto quel settore che non riguarda la medicina ortodossa. Nel contenitore CAM, infatti, manca proprio la medicina ortodossa. La medicina integrativa dunque, nulla di più di un condominio, più o meno grande, dipende dalle scelte che, caso per caso, ha adottato la medicina ortodossa. Ognuno libero di muoversi, all’interno del suo appartamento. Coabitazione tra medicine e discipline, dunque, non certo integrazione. Certo, è più facile confrontarsi con un operatore delle discipline che medico non è; più facile, in tale contesto, mantenere il comando da parte dell’ortodossia. Nulla a che vedere con il ripensamento della medicina che può nascere dal confronto, dalla ridiscussione comune dei paradigmi, dall’approccio interdisciplinare alla cura. La Medicina Integrata, appunto. Dove “integrata” diventa un aggettivo sostantivato e l’insieme prende i connotati di un nuovo soggetto in medicina. La Nuova Medicina o Medicina Integrata, o, domani, semplicemente: Medicina che si è fatta “medicina di medicine”, per usare le parole di Ivan Cavicchi. La Medicina Integrata oggi non c’è, essa rappresenta un obiettivo possibile, da poco in sperimentazione laddove sono in essere (come a Pitigliano) setting di medicina integrata. Ma essa potrà scaturire dalla capacità che avrà il pensiero della medicina di cambiare, anche profondamente, dando origine ad una nuova medicina come risultante di uno scambio di paradigmi, di una fusione e ampliamento dei concetti portanti l’insieme delle conoscenze applicate alla complessità del tema della salute e del benessere psicofisico e ambientale di ciascun individuo (D. Hollenberg, Social Science & Medicine 62, 2006).
La medicina integrata rappresenta, dunque, un sistema altamente ordinato di sistemi di cura che enfatizza come obiettivo il benessere e la guarigione di una intera persona nella sua dimensione bio-psico-sociale e spirituale utilizzando entrambi gli approcci, complementare e convenzionale nel contesto di una relazione supportante e efficace tra medico e paziente. Ridisegnare la medicina nell’alleanza tra pratiche terapeutiche, ripensare la medicina attraverso il confronto tra medicine e discipline, adoperarsi, tutti insieme, per una nuova medicina costruita attraverso per alleanze, fuori da ogni steccato. Il Manifesto (link al Manifesto)per la Medicina Integrata sollecita un punto di svolta. Esso vuole promuovere, con il concorso di tutti, un cambiamento di prospettiva. E, se il rinnovamento, come è sembrato a Firenze, è nell’aria, la prima regola è non avere fretta.

Fonte: Simonetta Bernardini