Lavra: “Vigileremo, ma medicine non convenzionali fanno parte del mondo medico”

Da “Newsletter OMCeO” del 29 maggio 2017

(DIRE) Roma, 29 mag. – Il presidente dell’Ordine provinciale di Roma dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, Giuseppe Lavra, interviene sul tragico caso di Francesco, il bambino di 7 anni deceduto per una otite acuta affrontata solo con l’omeopatia. “In qualità di presidente dell’Omceo di Roma e provincia raccolgo volentieri l’invito del ministro Lorenzin di ‘vigilare sulla serietà dei professionisti’, avendo molto apprezzato la sua saggia posizione assunta in relazione al caso doloroso e tragico del bimbo di Pesaro, per il quale, oltre alla vicinanza, mi permetto anche di chiedere perdono alla famiglia in nome della professione, ove fosse accertato trattarsi di un errore medico. In generale – continua Lavra – intendo tuttavia puntualizzare che, nella fattispecie del caso in questione, non è giusto generalizzare, accusando indirettamente un’area disciplinare medica di non essere legittimata alla professione. Va anche precisato che le medicine non convenzionali, o altrimenti denominate complementari, fanno parte integrante del mondo medico del nostro Paese in modo ufficiale da oltre un quarto di secolo, che sono contemplate nel codice di Deontologia Medica e che sono riconosciute in tutto il mondo civile. Come può essere messa in discussione la loro legittimità? Vale la pena di ricordare che la medicina è una scienza umanistica in costante evoluzione e che non è affatto una scienza esatta. Lo scibile medico infatti si caratterizza secondo le “conoscenze scientifiche disponibili”, come peraltro e ben scritto anche nel Codice Deontologico. Tutte le branche e discipline mediche sono chiamate ad accrescere le conoscenze della medicina e ciascun medico deve sentire la responsabilità di esercitare la propria professione nel rispetto e nei limiti delle competenze acquisite secondo principi di appropriatezza e nel rispetto dell’ordinamento e del precetto deontologico”.

“Il mondo medico, già travagliato per molte ragioni- conclude il presidente dell’Ordine capitolino, il più numeroso in Italia- deve poter agire in serenità, ha bisogno di recuperare una piena armonia nell’ambito interdisciplinare e unità d’intenti, nell’interesse della collettività. In sostanza è giusto che chi sbaglia paghi, il resto può essere maldicenza”.

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